Quali sono le migliori protesi per il seno? È una domanda, questa, che le pazienti mi pongono spesso. Me lo chiedono guardandomi negli occhi, come se dovessero essere sicure che io non stia mentendo. Quasi come se il mio tentennare nel rispondere servisse a celare la risposta e a tenere per me la verità.
Non è così: faccio sempre molta fatica a rispondere, perché non esiste una risposta. È come se qualcuno chiedesse: “Devo comprare una macchina, qual è la migliore?”. Non esiste una macchina migliore di un’altra: puoi anche acquistare una bella Ferrari rossa, ma se fai 40.000 km l’anno e lavori come agente di commercio, la Ferrari si rivelerà una pessima macchina perché è scomoda e consuma tantissimo carburante.
Ogni protesi, esattamente come ogni macchina, presenta una serie di vantaggi e una serie di svantaggi che sono caratteristici. Più che scegliere le protesi migliori in assoluto, la ricerca deve essere orientata dunque verso le migliori protesi per te, per ciò che vuoi ottenere dal tuo intervento.
Quando la paziente arriva a capire questo torniamo in sintonia, e possiamo serenamente scegliere la migliore protesi per la situazione che stiamo affrontando.
Scegliere le protesi per il seno: gli elementi da considerare
Per scegliere le protesi per il seno bisogna innanzitutto considerare le caratteristiche del torace, quindi la sua larghezza, la sua altezza e la sua circonferenza, dopodiché bisognerà guardare alla dimensione della mammella di partenza e al suo grado di consistenza. Questi elementi saranno utili per scegliere se effettuare un intervento sottoghiandolare o se optare invece per un intervento sottomuscolare (sebbene oggi il sottomuscolare sia stato pressoché sostituito dalla tecnica dual plane).
Altri elementi da considerare sono legati al risultato che si vuole ottenere: è importante che la paziente abbia le idee molto chiare su ciò che le piacerebbe. Spesso ci sono pazienti che, durante la visita, sono assolutamente convinte di volere un seno naturale. L’aggettivo “naturale” è ricorrente, perché trasmette l’idea che il seno rifatto non sia riconoscibile. Quando una ragazza sceglie di rifare il proprio seno spesso è oggetto di critiche in ambito familiare, ma anche tra gli amici. L’idea di poter rifare il seno senza che queste figure di riferimento possano in qualche maniera accorgersene fortifica la loro scelta. Tuttavia, quando poi mostro le fotografie alle pazienti, queste raramente scelgono un seno naturale: il più delle volte si orientano verso seni alti, rotondi, pieni e molto lontani dalla naturalezza. Questo perché una ragazza che ha scelto di rifare il proprio seno spesso apprezza l’aspetto rifatto, ha familiarizzato con quel tipo di immagini e ha deciso che ciò che vuole è proprio quel tipo di seno.
Le diverse tipologie di protesi al seno
Esistono tante tipologie di protesi, che possono determinare risultati differenti. Ogni chirurgo, nella sua esperienza, tende ad utilizzare una marca particolare.
L’esempio è un po’ estremo: le protesi, per un chirurgo plastico, sono un pò come le sigarette per un fumatore. È raro che un fumatore entrando in una tabaccheria compri delle sigarette differenti da quelle che fuma di solito: sceglie sempre le stesse perché le conosce bene, ne ama l’odore e il sapore. Allo stesso modo un chirurgo plastico, dopo aver sperimentato a inizio carriera varie tipologie di protesi, finisce poi per scegliere una o due marche, quelle con cui ritiene di ottenere i migliori risultati chirurgici.
In Italia tutte le protesi che vengono utilizzate sono sicure e vengono sottoposte a numerosi controlli prima di essere commercializzate ed essere impiantate.
Io ho sperimentato varie tipologie di protesi ed oggi, quelle che mi sento di consigliare maggiormente, sono tre.
Motiva
Sono le protesi che utilizzo maggiormente quando devo impiantare delle protesi rotonde. Le trovo molto belle perché sono estremamente morbide e quindi passano da accessi anche molto piccoli come quello peri areolare o quello che eseguo in corrispondenza del solco mammario .
Queste protesi possono essere rotonde o ergonomiche. Le Motiva rotonde sono quelle che utilizzo quando devo effettuare un intervento di mastopessi con protesi, perché hanno un gel un po’ più duro e consentono al seno una migliore stabilità e una consistenza ottima alla palpazione. Le Motiva ergonomiche sono invece quelle che impianto maggiormente nella mastoplastica additiva, perché sono costituite da un gel soffice che regala un effetto molto bello.
Nagor
Utilizzo raramente queste protesi, solo nei casi in cui la paziente voglia ottenere un effetto estremamente naturale e quindi si scelga una protesi anatomica. Il particolare gel che la compone e la sua morbidezza consentono sempre un risultato estremamente naturale e piacevole.
B-LITE
Sono le protesi più costose nel mercato italiano e questo limita un po’ il loro utilizzo perché le pazienti pongono sempre attenzione al budget. Di recente introduzione, il loro vantaggio principale è che pesano il 30% in meno rispetto alle protesi tradizionali. Questo però può essere un importante vantaggio sul lungo periodo, soprattutto nel caso di una mastoplastica additiva in sede sottoghiandolare. Avendo una protesi più leggera i tessuti subiranno uno stress minore e questo consentirà una durata maggiore del risultato chirurgico.
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