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Il legame tra make-up e mastoplastica | Dr. Umberto Napoli
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Make-up e mastoplastica possono sembrare concetti distanti. Cosa c’entra in fondo il trucco con l’aumento del seno? Una relazione in realtà c’è, ed è anche molto forte.

Del resto, ogni donna ama prendersi cura di sé. Ama coccolarsi con piccole attenzioni per se stessa, per il suo viso o per il suo corpo. Dedicarsi un po’ di tempo è “necessario” per  apparire fresche, radiose e rilassate. In questo senso il make-up aiuta a valorizzare la propria immagine, esaltando il viso, mettendo in luce i punti forti e mascherando quelli deboli.

Prova a pensare all’importanza del make-up nella tua quotidianità: quanto tempo dedichi a truccare il viso e a curare l’acconciatura? Queste pratiche di bellezza hanno uno scopo dichiarato: ridurre le imperfezioni ed esaltare quelle caratteristiche del nostro viso che riteniamo essere importanti per la nostra attrattività, siano essi gli occhi, le labbra o la pelle. 

C’è chi valorizza maggiormente lo sguardo, esaltando un punto di forza e quindi giocando in attacco, e chi invece preferisce coprire i difetti giocando in difesa. Ma, in entrambi i casi, tutto passa attraverso l’industria cosmetica. Un’industria di bellezza che si è evoluta nei secoli, fino ad arrivare ai giorni nostri con il forte legame tra scienza ed estetica

Il grande inganno del make-up

La cosmetica è una vera e propria scienza, e i suoi prodotti sono il frutto della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica. A volte non ci si rende conto dell’importante percorso di ricerca che sta dietro ad ogni singolo prodotto. Ogni crema e ogni trucco sono studiati e testati per poter garantire un determinato effetto. 

Esistono prodotti come l’eyeliner e il mascara capaci di modificare la forma degli occhi e la lunghezza delle ciglia, il fondotinta e la cipria che sono in grado di trasformare la nostra pelle e di rimuovere ogni genere di imperfezione. E poi il rossetto, capace di esaltare il contrasto esistente tra le nostre labbra e la pelle, rendendo la bocca più sensuale.

Se facciamo attenzione, però, possiamo notare che dietro tutte queste pratiche si riconosce un meccanismo “fraudolento”: l’applicazione del make-up sul viso genera una maschera, che può esaltarci o difenderci e non ci mostra mai per ciò che siamo veramente. Questa sensazione di inganno è molto evidente quando guardiamo le ragazze trattate dei make-up artist, specialisti di queste pratiche. Quando osserviamo il prima e il dopo notiamo risultati straordinari e sbalorditivi.

Interessante è la storia di Melissa Murphy, truccatrice dell’industria hard americana, che ha mostrato la trasformazione delle pornostar prima che vadano in scena. I risultati sono incredibili: ragazze normali si trasformano grazie alla cosmetica.

Perché la chirurgia è considerata più ingannevole del make-up?

Una mia professoressa amava dire che gli uomini credono a ciò che vedono, e così giustificava il ricorso da parte delle donne a tutto ciò che possa fornire un’immagine di loro potenziata e arricchita: da qui l’uso del make-up, ma anche dei reggiseni imbottiti, delle extension e delle scarpe con il tacco. Piccoli espedienti per mostrare la versione migliore di noi.

Alcuni studi dicono che queste pratiche inizialmente messe in atto per conquistare il prossimo finiscono per diventare nostre: una sorta di divisa che scegliamo di indossare quotidianamente, quando dobbiamo relazionarci agli altri, anche senza doppi fini.

Il Covid ce lo ha dimostrato: nei mesi della quarantena le donne hanno smesso di truccarsi, di indossare vestiti con imbottiture e scarpe con i tacchi. In assenza di un giudizio, ognuno di noi si presenta per quello che è.

Per l’opinione pubblica, esiste una sostanziale differenza tra chi si avvale di pratiche cosmetiche per fornire false informazioni di sé e chi invece si rivolge alla chirurgia plastica. Sebbene da un punto di vista teorico ambedue le pratiche siano ingannevoli, il ricorso alla chirurgia plastica per modificare le proprie forme o i propri connotati viene considerato un comportamento molto più ingannevole, scorretto e negativo rispetto alle pratiche cosmetiche. 

C’è da dire che il giudizio che la gente emette verso le pratiche di chirurgia plastica dipende largamente dalle motivazioni. In questo senso, nessuno si lamenta se il ricorso alla chirurgia plastica è legato alle conseguenze di un incidente che ha determinato un’alterazione del viso; al contrario, quando la scelta è su base puramente estetica, il giudizio della gente è particolarmente negativo.

Alcuni interventi vengono giudicati peggio di altri: la rinoplastica per esempio o l’aumento del seno sono due pratiche estetiche che raramente vengono giustificate, ma vengono invece giudicate come una falsificazione della propria immagine, soprattutto da individui dello stesso sesso. La sensazione che si ha è la stessa di qualcuno che viene trovato a barare ad un gioco o a copiare un compito in classe, mentre tutti gli altri che hanno studiato (chi più, chi meno) provano a farcela con le proprie forze. 

Proprio per questo motivo chi si sottopone a trattamenti di medicina estetica o di chirurgia plastica, in Italia, raramente tende a confidarlo o a raccontarlo apertamente. Emblematici sono i casi dei vip che, in televisione, anche di fronte a situazioni palesi, dove la correzione chirurgica è evidente e innegabile, continuano a professare di non essersi sottoposti ad alcun ritocco. Con questo atteggiamento sanno di poter ingannare parte dell’opinione pubblica, ma impossibile è che ci creda un addetto ai lavori.

La mastoplastica e la richiesta di un seno naturale

Proprio per questo motivo chi si sottopone a trattamenti di medicina estetica o di chirurgia plastica, in Italia, raramente tende a confidarlo o a raccontarlo apertamente. Emblematici sono i casi dei vip che, in televisione, anche di fronte a situazioni palesi, dove la correzione chirurgica è evidente e innegabile, continuano a professare di non essersi sottoposti ad alcun ritocc. Con questo atteggiamento sanno di poter ingannare parte dell’opinione pubblica, ma impossibile è che ci creda un addetto ai lavori.

La paura di alimentare giudizi negativi in merito al proprio seno nuovo porta molte pazienti a richiedere un intervento discreto, una correzione che l’opinione pubblica possa capire, una richiesta di normalità che di solito si configura con una terza piena. Pur desiderando a volte un seno più grande come una quarta o una quinta, la paura di essere mal giudicate le porta a scegliere una misura più “normale”.

Questo è ulteriormente rafforzato dalla richiesta di un seno naturale. Sebbene spesso la paziente non abbia chiaro nella sua testa cosa intenda per seno naturale, sa perfettamente cosa non vuole: “Quei seni finti e un po’ a palla”. Tuttavia, quando poi le donne mostrano le foto di seni che vorrebbero, finiscono per scegliere seni molto pieni, il più delle volte con protesi rotonde.

Io amo dilungarmi sulla scelta della protesi: sono consapevole che, mentre per me ci sono aspetti molto più importanti per la buona riuscita dell’intervento,  per la paziente la forma è fondamentale. E, dedicandole tutto il tempo che le serve per decidere, mi sembra di interpretare meglio i suoi desideri.

Oggi si utilizzano spesso le protesi ergonomiche: protesi rotonde nella forma come quelle che sono maggiormente utilizzate in estetica ma caratterizzate da un gel molto morbido, che conferisce loro una morbidezza e una forma molto naturale. Un piccolo compromesso, tra il desiderio di amarsi e la volontà di non venire giudicate.

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