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La "lotta" con la bilancia (e cosa c'entra la chirurgia estetica) | Dr. Umberto Napoli
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Quante volte ti pesi al giorno? Una/due? Oppure una volta alla settimana o una al mese? Tutti noi abbiamo un rapporto conflittuale con la bilancia: ne siamo attratti e incuriositi ma un po’ la temiamo, per quella sua capacità di dirci la verità.

La valutazione del nostro peso attraverso la bilancia è una routine che compiamo quasi quotidianamente, con la speranza di poterci garantire un controllo su di noi e sul nostro corpo. Ma il numero che ci fornisce questo strumento ha un valore aleatorio, e non può darci informazioni in merito al nostro stato di forma effettivo. È proprio per questo motivo che è stato introdotto un indice molto più affidabile, l’indice di massa corporea.

Che cos’è l’indice di massa corporea

Quanti lo conoscono? Probabilmente pochi. L’indice di massa corporea (BMI) è un parametro molto semplice, che esprime la relazione tra il peso di una persona e la sua altezza e permette di stabilire se ci troviamo forma oppure no. Si tratta di un dato biometrico, che può essere ottenuto semplicemente dividendo il nostro peso espresso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza espressa in metri. Non farti spaventare: è più facile di ciò che sembra.

Ti faccio un esempio: io sono alto 1,84 m e peso circa 85 kg. Il mio BMI sarà 85 kg/ (1.84 x1.84) m² = 25.10
25.10 corrisponde al mio indice di massa corporea. Una volta identificato questo numero dobbiamo rapportarlo alla tabella qui sotto.

Io, anche se di poco, occupo una posizione di sovrappeso. L’indice di massa corporea è un parametro molto importante anche in relazione alla bellezza, e ti spiego subito perché.

Nel 1994 fu proposto uno studio per stabilire quale fosse il valore di BMI maggiormente rapportato con la bellezza, sia degli uomini che delle donne. In questo studio Mouches considerò donne con la stessa altezza ma con un peso variabile, il che ovviamente comportò dei valori di BMI diversi tra loro. I profili femminili furono fatti valutare a due giurie: una composta da soli uomini e l’altra da sole donne. Il risultato? Gli uomini hanno preferito donne con un BMI di circa 20,4 mentre le donne hanno scelto silhouette più magre, con un BMI di 19,3 . Questo test evidenziò inoltre come le donne abbiano delle aspettative maggiori in merito alla propria silhouette.

Il test del BMI non risulta invece valido per gli uomini. Negli uomini infatti il BMI non è un indicatore di bellezza. Nel giudicare attraente il corpo di un uomo,  le donne utilizzano altri principi: il più importante sembra essere il rapporto tra la larghezza delle spalle e la larghezza della vita. Le donne preferiscono uomini con le spalle large e la vita stretta: non a caso, anche la moda tende a creare indumenti che enfatizzano questo rapporto.

WHR, il rapporto tra la vita e i fianchi

Un altro aspetto importante, legato all’attrattività del corpo femminile, è il rapporto che esiste tra la circonferenza nella vita e quella dei fianchi (WHR – Wais to hip ratio). Sembra che la massima bellezza femminile abbia dei valori compresi tra 0,6 e 0,8.

Come si calcola il rapporto tra fianchi e vita? Anche qui, non spaventarti: è semplice e te lo spiego con facilità. Con un metro da sarta misura la vita nel punto più stretto del tronco (di solito corrisponde alla circonferenza che possiamo misurare appena sopra l’ombelico), poi misura la circonferenza dei fianchi nel punto più largo.

Per farti un esempio immagina le misure di una modella, il classico 90/60/90 che tutti conosciamo e che corrisponde rispettivamente alle misure di seno/vita/fianchi. Se calcoliamo il rapporto tra la vita (60) e i fianchi (90) dovremmo fare una semplice divisione 60:90=0,66.

Il rapporto tra la vita e i fianchi sembra essere l’elemento più importante nel valorizzare il fisico di una donna. Le donne che presentano un rapporto disarmonico al di fuori dei valori precedentemente considerati ( 0,6 – 0,8 ) sono considerate meno attraenti indipendentemente dalla dimensione del seno.

A tal proposito risulta molto utile il lavoro proposto da Henss nel 1995 che, utilizzando delle tecniche di fotoritocco, andò a modificare le dimensioni dei fianchi di alcune donne. Partendo da una singola foto, andrò a crearne altre due con un rapporto tra la vita e i fianchi (aumentato in un caso e diminuito nell’altro) rispetto alla foto originale. I risultati dimostrarono come la semplice modifica della dimensione dei fianchi era sufficiente a determinare una maggiore o una minore attenzione da parte dell’individuo chiamato a giudicare. Anche in questo caso le donne che riscossero il massimo successo erano quelle che avevano un rapporto vita fianchi compreso tra 0,6 e 0,8 indipendentemente dal sesso dell’osservatore.

L’addominoplastica, per migliorare le shilouette

Se pensiamo al passato, l’utilizzo del corsetto, associato a gonne larghe, aveva la funzione di andare ad enfatizzare proprio il rapporto tra la vita e i fianchi.

Possiamo affermare che le donne sono mediamente più severe quando si trovano a dover giudicare il proprio corpo, soprattutto durante la fase dell’adolescenza.  Successivamente non migliora molto però, e questo può compromettere l’autostima, con ripercussioni sia nei rapporti interpersonali che sul piano lavorativo e professionale.

In chirurgia plastica gli interventi finalizzati a migliorare la silhouette sono tra i più richiesti soprattutto tra quelle donne di età media  e in sovrappeso che, dopo aver provato decine di diete con scarsi risultati, decidono di cercare una soluzione alternativa. L’intervento che viene proposto maggiormente è l’addominoplastica con liposuzione. L’addominoplastica consente la rimozione del tessuto adiposo e della cute in eccesso, mentre la liposuzione contestuale di fianchi, glutei e cosce aiuta a modellare la silhouette
garantendo il raggiungimento di un risultato estetico finale e molto soddisfacente.

Bisogna sapere però che questi interventi non sono fatti per dimagrire. Il loro obiettivo non è la perdita di peso: al contrario sono ottimali se l’obiettivo che vogliamo raggiungere è uno modellamento del corpo, o un miglioramento di quelle zone critiche che ci impediscono di sentirci bene con noi stessi.

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